Sindrome del Tunnel Carpale
La sindrome del tunnel carpale consiste nella compressione del nervo mediano al canale carpale ad opera del legamento trasversale del carpo. La sintomatologia è rappresentata da formicolio a carico delle prime tre dita della mano interessata. Tale formicolio spesso sveglia il paziente nelle prime ore della notte o si evidenzia spontaneamente o a seguito di manovre che implicano la flessione del polso ad esempio l’impugnare il manubrio della bicicletta, la cornetta del telefono o altro. Successivamente compare la riduzione della sensibilità (tatto) a carico delle prime tre dita della mano. Col passare del tempo i sintomi si aggravano. Il dolore ed il formicolio possono anche attenuarsi mentre peggiorano i deficit del tatto e della forza del pollice.
La sindrome del tunnel carpale colpisce prevalentemente il sesso femminile, non ha una fascia di età più colpita ed in genere è bilaterale.
La diagnosi è prevalentemente clinica, tuttavia alcuni accertamenti strumentali sono utili per fare diagnosi corretta. In particolare è utile eseguire una Elettromiografia allo scopo di stabilire l’entità del danno al mediano ed una radiografia del rachide cervicale.
Il trattamento della sindrome del Tunnel carpale è chirurgico. Il trattamento incruento farmacologico e/o infiltrativo fornisce solo risultati transitori. Ecco comunque di seguito le più frequenti domande che i pazienti rivolgono al Chirurgo della mano prima di sottoporsi all’intervento di decompressione del nervo mediano al tunnel carpale:
L’intervento porterà alla scomparsa del dolore ed alla ripresa della sensibilità?
L’intervento se condotto correttamente porta alla immediata scomparsa del dolore notturno che sveglia il paziente. La sensibilità riprenderà progressivamente (alcune settimane o mesi) in modo direttamente proporzionale al grado di compressione del nervo. La forza di presa riprenderà nel giro di 6/7 mesi, ma nei casi più gravi il recupero può essere parziale.
E’ doloroso?
Sia l’intervento che il post-operatorio non lo sono.Raramente il paziente ricorre all’uso di antidolorifici anzi la notte seguente l’intervento il paziente può finalmente dormire senza dolore.
Che tipo di anestesia si usa?
Normalmente si effettua l’intervento in anestesia locale, raramente in anestesia di plesso.
Cosa devo fare prima dell’intervento:
Il giorno dell’intervento si dovrà venire accompagnati e a digiuno, è prudente effettuare prima un elettrocardiogramma e gli esami della coagulazione del sangue (possibile effettuarli presso il centro oppure preventivamente).
Quanto dura l’intervento?
L’intervento dura circa 15 minuti e si svolge in regime ambulatoriale con dimissione immediata.
Che tecnica si usa?
La tecnica tradizionale a cielo aperto è quasi totalmente abbandonata, la tecnica artroscopica riserva un numero maggiore di complicanze legate ad una lunga curva di apprendimento per cui la tecnica ritenuta più sicura ed affidabile è la mini incisione a cielo aperto (Tecnica mini invasiva).
Dopo l’intervento sono necessari dei controlli?
I controlli post-operatori consistono in una medicazione il giorno dopo l’intervento, una dopo 4/5 giorni ed una definitiva con rimozione dei punti di sutura dopo 10/12 giorni.
Le complicanze?
Le complicanze per fortuna sono rarissime (meno dello 0,5% dei casi) e sono in genere tutte reversibili con opportuna terapia.
A che distanza dall’intervento si possono riprendere le normali attività?
Il recupero delle normali attività di vita di relazione (lavarsi,mangiare, guidare l’auto…) è rapido.Il giorno seguente l’intervento il paziente può utilizzare la mano operata per impugnare una posata, dopo 3/4 giorni può guidare l’auto. La ripresa dell’attività lavorativa dipende dall’attività stessa e va da 15 giorni circa per un lavoro leggero a 30/60 giorni per un lavoro manuale pesante.
Una raccomandazione è quella di porre tutti i quesiti che ritenete necessari al Chirurgo della Mano durante la visita preliminare.